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PARLAMENTO DELLA PATRIA DEL FRIULI

Il Salone del Parlamento nel Castello di Udine.

Il Parlamento della Patria è un istituto di governo adottato dai patriarchi a partire dalla seconda metà del XIII secolo (ma il primo atto rimastoci è del 1231). L’assemblea comprendeva rappresentanze dei centri principali, che occupavano la porzione laica dei seggi, unitamente al clero e alla nobiltà. Le funzioni di governo demandate al Parlamento riguardavano la difesa, organizzata su base comunitaria, la fiscalità e, in parte, l’amministrazione della giustizia. L’insieme delle leggi emanate dal Parlamento costituirono il fondamento delle Costituzioni della Patria del Friuli. La prima raccolta di questo codice di norme, che avrebbe regolato la convivenza friulana nei secoli a venire, risale al patriarca Marquardo di Randeck (1365-1381). Il corpus delle leggi fu periodicamente rinnovato nei secoli successivi. Con l’avvento della Dominante, larga parte delle prerogative del Parlamento furono assorbite dalle magistrature centrali dello Stato veneto, svuotandolo, di fatto, di funzioni. Tuttavia, anche in ragione della portata simbolica delle riunioni dell’assemblea per una società fortemente segmentata per ceti, la sua attività proseguì fino all’avvento dell’amministrazione francese nel 1805, che lo sciolse in quell’anno. Le Costituzioni della Patria del Friuli volgarizzate da Pietro Capretto, Udine, 1484.

Parlamento friulano

Il parlamento della Patria del Friuli: sua origine, costituzione e legislazione (1231-1420)

Rappresentanze e territori. Parlamento friulano e istituzioni rappresentative territoriali nell’Europa moderna

Costituzioni della Patria del Friuli nel volgarizzamento di Pietro Capretto del 1484 e nell’edizione latina del 1565

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